Skip to content

Dieci cose che ora posso dire

devi votare si

I
Non ho votato ai referendum. Il motivo era di ordine pratico: vivo all’estero e la mia iscrizione all’AIRE è persa da mesi in un limbo burocratico, e non potevo tornare giù e chiedere un altro giorno di ferie.

II
Sono contento che abbiano vinto i referendum – Nonostante sia a favore del nucleare (e di questo parleremo dopo), ma per il resto il segnale politico non può che far piacere. Ciònonostante.

III
La campagna per il quorum mi ha disgustato. Tu. Si, proprio tu, tu che cambiavi il tuo avatar nel logo dei quattro “sì”, tu che diffondevi i vari video virali per il quorum, tu che gridavi sui tuoi status di andare a votare, tu. Tu. Vergognati, tu. Certo, ha funzionato. Bene. Abbiamo vinto. Benissimo. Ma a che prezzo?

Al prezzo di dimostrare che non siamo diversi da niente, che non siamo migliori di nessun altro. Che è stata -almeno online, che è come l’ho vissuta all’estero- una campagna giocata sui memi, sulla pressione di gruppo, sul tutti vanno a votare quindi ci vado anch’io, su argomentazioni palesemente pretestuose ed emotive come “votare è un dovere civico” o “mio nonno ha fatto il partigiano per farti votare” (anche su questo: vedi dopo). In particolare, è stata una campagna del tutto sganciata dai quesiti. In settimane e settimane, hanno condiviso di tutto: avatar, status, gif, messaggi sulle proprietà copiative delle schede (questa in effetti non la sapevo), eccetera. Praticamente nessuno ha condiviso materiale sui quesiti in sè, tranne forse qualcosa sul nucleare. Ok, il legittimo impedimento si spiega da solo. Ma sull’acqua? Perchè avrei dovuto votare sì sull’acqua? Personalmente ne ho una (vaga) idea, abbastanza per convincermi: ma se non l’avessi avuta? Boh.

In UK hanno fatto recentemente un referendum per cambiare il sistema elettorale (purtroppo fallito). Ogni volantino spiegava, in termini semplici e chiari, il perchè e il percome della propria posizione. È stata una propaganda forte, anche emotiva, ma con alla base i contenuti, i fatti, le conseguenze. In Italia, almeno apparentemente, era una campagna di memi.

IV
Chi cazzo sei per darmi degli ordini? Se gli argomenti stavano a zero, quello che brulicava era un tamburo costante di imperativi. E questa è la cosa che veramente mi faceva sperare di vedere Berlusconi sorridere e mandarvi tutti in culo. “Vota Sì. Vota Quattro Sì. Vai a votare. Ricordati di votare. Vai. Vota. Fai.” Fai? No scusa. Chi cazzo sei. Si, dico a te. Chi cazzo sei. Devo stare a sentire te che mi dici “Vai a votare”? E perchè? Spiegamelo. Fammi sapere le tue ragioni. Discuti. Dimmi qualcosa che mi convinca. Invece no. Vota. Vai. Fai. Seguici. Resistere è futile. Beh, sentirmi trattato come una vittima dei Borg, sentirmi costantemente esortato senza un perchè, è una delle cose che mi fa più schifo possibile. Foss’anche per la causa più ovvia e santa del mondo. Tu, che mi scrivi di andare a votare: chi sei? Come ti permetti? Seriamente. Come ti permetti.

V
Ho tutto il diritto di non votare. La cosa più ridicola e insopportabile di tutta la campagna referendaria è stato il mantra del “votare è un dovere”, “vergognati se non voti”, “mio nonno ha lottato per farti votare”. Prima di tutto, votare è un mio diritto. C’è scritto nella costituzione che è un “dovere civico”. Beh, anche la costituzione può dire delle cazzate: sappiate che ho anche il diritto di non essere d’accordo con la costituzione. La costituzione è un pezzo di carta che nasce da compromessi, in un’epoca storica diversa da quella attuale: è ammirevole, è forse uno dei migliori pezzi di politica della storia italiana, una sorta di gemma misteriosa nata dalle fiamme: ma non è sacra -quando si sacralizza, si cessa di pensare.

Ora, siccome non c’è nessuna sanzione per chi non vota, e siccome non votare di per sè è una scelta puramente personale (è un’espressione, tanto quanto mettere la crocetta) a tutti gli effetti ho il pieno diritto -anche morale– di non farlo. Tuo nonno è morto per darmi dei diritti; guai se fosse morto per togliermi delle libertà. Questo perchè i diritti non devono essermi inculcati, altrimenti non sono più diritti, ma vessazioni. Avere il diritto di esprimere la propria opinione non equivale a doverla esprimere obtorto collo. Poi posso essere d’accordissimo che votare è una cosa buona di per sè: anche salutare il proprio vicino di casa o trattare bene la propria mamma è una cosa buona, ma guai a obbligarmici. Non mi convinci certo a votare a un referendum che sottosta a un quorum per mero dovere civico. Mi ci convinci se vogliamo che vinca il sì, non altro. Il (non) voto strategico sarà una triste realtà, ma è un diritto del cittadino.

VI
Il quorum è un abominio. Proprio perchè votare è un diritto, e non dovrebbe essere necessariamente un obbligo, altrettanto è giusto che chi decide di astenersi dall’esercitare tale diritto non possa ledere chi, invece, decide di esprimersi. Se non vai a votare, è come se tu non esistessi. Punto. Questa è una questione di civiltà. Il quorum esiste soltanto per permettere il sabotaggio referendario, come tale questa è la vera vergogna che andrebbe -guarda caso- rimossa dalla costituzione.

C’è chi dice che il quorum sia necessario per evitare che un quesito particolarmente oscuro o capzioso rimanga in mano ai pochi interessati, e lasci indifferenti gli altri, disinformati. Bene: alziamo la soglia per avere un referendum, allora, mettiamo degli obblighi di informazione più forti di quelli attuali. Posso anche compromettere su un quorum “base”, diciamo del 20%. In ogni caso, dev’essere una cifra che renda l’astensionismo una strategia perdente. Io spero davvero che alla luce dell’attuale partita, vinta per un soffio dopo sedici anni di quorum falliti, si faccia un movimento per l’abolizione o quantomeno il forte ridimensionamento del quorum. La vedo dura, ma intanto lanciamo la palla.

VII
Siamo identitaristi. Sempre. Non crediate di sfuggire a questo solo perchè siete di sinistra, perchè vi sentite degli spiriti liberi. Non lo siamo, e questo referendum lo ha dimostrato. Scambiarsi esortazioni reciproche, che non possono convincere se non per pressione tribale, scambiarsi logo e video, non servono a convincere razionalmente nessuno. Servono a fare blocco, a fare tribù, a fare colori dello stadio: noi siamo noi, e siamo contro di voi. Cosa sia poi “noi” e “voi”, dipende da mille fattori di cui la scelta razionale è di solito del tutto secondaria. In questo non siamo niente di superiore, di diverso da alcunchè.

VIII
Siamo conservatori. Non è necessariamente una cosa cattiva, ma non possiamo sempre giocare in difesa. Difendere la Costituzione. Difendere i diritti. Benissimo (anche se questo vezzo di ritenere la Costituzione intoccabile ci si ritorce contro: vedi sopra). C’è moltissimo da difendere, perchè moltissimo è sotto attacco. Ma proporre? Inventare? Osare? Balzare? Zero. Siamo un popolo pavido, ciascuna parte dietro la sua trincea, a difendere il suo. Questo referendum non ha cambiato di una virgola questo, che è il nostro problema principale. Che poi è il motivo per cui si viene divorati da mostri acefali come i grillini -ovvero, chiunque proponga qualcosa e chiunque cerchi di porsi come terza via, viene visto come l’ancora di salvezza, non importa quanto sgangherata e di pancia sia.

Perchè stare in difesa in realtà è perdente, per un motivo che possiamo riassumere con chiedere 100 per ottenere 50. Se negoziamo partendo dallo status quo (e dovremo sempre negoziare), inevitabilmente perderemo terreno rispetto allo status quo. E infatti sul terreno dei diritti, delle tutele, perdiamo sempre. Sempre. Dobbiamo negoziare partendo dal doppio, dal triplo, dal decuplo. E poi forse possiamo pensare di scendere.

Da un altro lato, siamo conservatori perchè siamo un popolo di luddisti. Dopo sedici anni passa un referendum e -guarda caso- si propone di rifiutare l’energia nucleare. Dov’era questo elettorato quando invece si trattava di abolire la legge 40 che limita la procreazione assistita? A casa. La cosa è del tutto coerente, se ci pensate: terrore della tecnologia, da un lato e dall’altro. Perchè alla fine non è altro, se non terrore, se non smettere di ragionare, esorcizzare l’Incubo Invisibile. Ho letto ricercatori in fisica rifiutare esplicitamente di considerare le statistiche. Ho visto di tutto, dalle foto del coniglio senza orecchie a seriosi articoli di quotidiani privi di qualsivoglia dato. Non ho visto i dati. Ma transeat, ormai inutile convincere chiunque: contro la paura non si convince nessuno. Alla fine la Santanchè ha paura della zingaropoli, noi abbiamo paura di nuclearopoli. Siamo veramente diversi?

IX
I buoni e i cattivi. Che poi sul nucleare si è aggiunta un’altra cosa: il nucleare era stato proposto dalla destra, quindi dai cattivi. Quindi si razionalizza dicendo: ok, il nucleare non è così cattivo, ma non qui, perchè qui lo gestirebbero i cattivi, e quindi finirebbe in catastrofe, in centrali fatte di sabbia, in camorre che le divorerebbero. Forse. Ma se dovessimo fermarci di fronte a questo, allora dovremmo dire addio a ogni infrastruttura, perchè ogni volta che si costruisce un viadotto ci sono mezzo appalti e a ogni appalto possono saltar fuori i cattivi, e ogni viadotto dovrebbe crollare (e temo che i viadotti siano più pericolosi delle centrali nucleari). Se il problema è la camorra, diciamo no alla camorra, non al nucleare. Ma il vostro problema è il nucleare.

X
Ti sai solo lamentare. Per carità. C’è stato molto di buono: l’aspetto meramente politico per esempio. Il fatto che la sinistra abbia saputo battere la destra sul piano comunicativo per la prima volta in quindici anni, il vedere una destra praticamente morta, incapace di dire e fare alcunchè, fa comunque pensare positivamente.

Ma se al di là di questo poi, sotto, c’è il vuoto; se al di là di questo l’alternativa a Berlusconi è anch’essa specchietti e biglie di vetro, di forme senza contenuto, se anche qui viviamo di terrori agitati davanti agli occhi come torce davanti ai cani; se teniamo precariamente le nostre mura, che si sgretolano alla marea e non conquistiamo più il mare, allora significa che siamo diventati come loro. Che la sostanza è finita, che il vuoto è vuoto. Hai voglia a sentirti migliore, hai voglia di fare la rivoluzione arancione o il popolo viola (anche qui: meri colori, cosa c’è sotto?). Hai voglia a fare le festicciole, a fare i video buffi su Youtube, a darci le pacche sulle spalle e i palloncini alle finestre. Come se avessimo vinto la partitella. Forse vogliamo un mondo migliore: ma possiamo, se non siamo migliori noi?

26 Comments

  1. Giovanni Giovanni

    sul quorum e specialmente sul votare, faccio parte degli irriducibili. Sulla Costituzione pure. Ma è appunto una posizione di pancia, non di logica in sé.

    sul nucleare la penso come te MA è molto più pericoloso e cruciale di un viadotto. L’appalto alla camorra per QUALUNQUE ALTRA COSA, brutto ma vabbeh. Sul nucleare no dai.

  2. Greg Greg

    Una analisi lucida e coraggiosa (ancora non è sbollita l’isteria di massa e si rischia il linciaggio per ogni osservazione controcorrente).
    Condivido.

  3. Luca Luca

    Non posso non essere d’accordo con la maggior parte delle tue argomentazioni. Mi trovi ampiamente concorde con te sulla questione del quorum, ma soprattutto sul metodo di reclutamento dell’elettorato. La mia sensazione è che la politica tutta stia divenendo sempre più simile a una contrapposizione di tifoserie, di bande, e non di idee e ( sight) ideali.
    Una piccola precisazione sul nucleare. Sono un modestissimo astrofisico, con qualche nozione su certe argomentazioni. Devo dire, francamente, che sul nucleare non c’è stato mai dibattito vero: i pochi sostenitori venivano controbattuti non con argomentazioni, ma con sensazioni “pensa a chernobil, pensa a fukushima etc…”. Ebbene, questo modo di fare a me da fastidio, perchè un uomo di scienza non può ragionare solo sull’emotività. Vorrei fare un esempio, controcorrente: io credo che l’incidente di Fukushima sia un evento A FAVORE del nucleare, e non contro. Stiamo parlando di una centrale di VECCHIA generazione, sulla quale si è scagliata una bomba atomica sopra, ebbene, tutto sommato, HA RESISTITO. Quelle di nuova generazione, molto più sicure (cento volte, si dice) darebbero ancora più garanzie. Per cui, i dati ci portano a pensare che il nucleare non sia quel leviatano, bensì una risorsa importante da gestire con consapevolezza ( come dici tu lottiamo contro la camorra, non contro il nucleare). Per concludere vorrei fare una domanda: ma se rifiutiamo l’apporto del nucleare, come possiamo carpire l’energia necessaria alle nostre aziende? E’ qui la falla del referendum: non proporre un alternativa al NO AL NUCLEARE!! Smettiamola di raccontare le frottole sulle alternative una volta per tutte, ma cerchiamo di recuperare un minimo di lucidità e farci le domande giuste sul tipo di sviluppo che vogliamo perseguire. O riduciamo i consumi ( ovvero una decrescita economica alla latouche) oppure accettiamo il compromesso. Le strade sono due, non 5000…saluti.

  4. Federico Federico

    Condivido la posizione sul nucleare (ho votato NO). Per il resto, vivendo all’estero probabilmente non ti rendi conto di come siamo ridotti in Italia. Da docente ti posso dire che la disinformazione, diseducazione, ignoranza sono dilaganti ed enormemente cresciute rispetto alle giovani generazioni di un tempo. Da un lato, nel sistema Scuola-Università, con la scusante di “adeguare la preparazione al mercato” si è persa tantissima della conoscenza, anche civica (leggi corsi paramilitari invece di Dante). Sugli altri, le reti mediaset hanno fatto il resto. Capisco che tu pretenda un approccio ragionativo, ma la riabilitazione dopo questi danni richiede anni ed anni, e non si puo realizzare cin un sistema che non la fornisce. Meglio un cambiamento di pancia, come tutte le rivoluzioni. Almeno da una speranza, anche se con un inizio deprecabile.

  5. Dato che mi sento inevitabilmente chiamato in causa, un paio di precisazioni.

    (i) Nessuno (almeno non io) vieta il tuo diritto di essere in disaccordo con la costituzione o con una legge, sia sul quorum o sul voto come “dovere civico”. E ci mancherebbe. Ma le leggi rimangono valide (per tutti) anche se tu sei in disaccordo. Quando ti ho scritto votare e’ un dovere civico ho aggiunto una cosa del tipo “non secondo me o secondo te, ma secondo la costituzione”. E’ un fatto. E rimane tale anche se tu non concordi. Come diceva Socrate nel Critone le leggi sbagliate si rispettano e si cerca di cambiarle. Se pensi sia sbagliato agisci. Fai raccolte firme, crea organizzazioni, fai post sul tuo blog come questo. Per conto mio, mantengo il mio diritto di non essere d’accordo con te e di dirtelo (vedi la nostra luga discussione) nella speranza che ne usciamo arricchiti entrambi.

    (ii) Anche io non ho sopportato la campagna “vota si’ si’ si’ si'”, perche’ riduce l’individuo ad una macchina che non sceglie e perche’ ha giocato su ricatti del tipo “se non sei con noi allora sei con lui”: insomma le stesse armi di Berlusconi. Rimango pero’ a favore alla campagna “Vai a votare” (per quanto ti ho gia’ detto), alla quale ho partecipato nel mio piccolo solo cambiando l’immagine del profil fb con quella di Altan che dice “io vado a votare”. E non vedo che c’e’ di male nel dirti che secondo me faresti bene ad andarci (posto il tuo punto I). Rimani sempre libero di non concordare e di non andarci.

    (iii) CONCORDO TOTALMENTE SUL PUNTO VII e sul IX. In una citta’ come Firenze (che ormai e’ piu’ baluardo del PD di Bologna) se dici che sei per il nucleare automaticamente sei uno tra:

    – un disinformato;

    – uno succube di B;

    – uno succube delle multinazionali del nucleare;

    – un cretino.

    Quando poi si passa alle argomentazioni si comincia con frasi vaghe (“abbiamo il sole, che e’ sempre li’!” E che mi significa?). Non lo sopporto.

  6. Pier Pier

    Guarda, sono d’accordo con te per quanto riguarda la rottura di coglioni su FB, perche’ e’ stata veramente cruciale. L’ho accettata solo perche’, in parte, e’ servita a smuovere culi pesanti.

    Non condivido la tua critica al nucleare: per quanto mi riguarda, non e’ una paura per partito preso e di esempi storici direi che possiamo citarne, ma anche un grosso vaffanculo a EDF, che ora dovra’ trovarsi un altro stato africano da bombardare dopo la Libia, visto che non becchera’ i milioni di euro promessi.

    P.S. Aire fa cacare.

  7. comprendo il fastidio per la pressione “vota-vota”. lo comprendo, ma poi me ne fotto del tuo fastidio. se hai un cervello tuo, non sarà un problema. se non ce l’hai, il problema è già lì. meglio che ascolti ME. se non hai un cervello tuo e ascolti ME, poi le bollette non aumentano (o aumentano poco) a me e a te. se hai un cervello tuo, poi sarai felice di pagare la tua bolletta più alta (o anche no, ma hai comunque preso una decisione). se invece non hai un cervello tuo e ascolti LUI, non solo aumentano le bollette per me e per te, ma poi IO devo anche sentire TE che ti lamenti.
    io ho provato a votare col cervello mio. i miei quattro sì sono frutto delle mie riflessioni, della mia pancia, delle mie paure. perché non dovrei ascoltare le mie paure, spiega un po’?
    e – ribadisco – io non ho paura del nucleare. ho paura della bolletta dell’acqua.

  8. Cavolo speravo davvero argomentassi qualcosa a favore del nucleare dove ho votato si, ma senza esser troppo sicuro. Invece spari un cavolata come son + pericoloso i viadotti di una centrale nucleare come un ponte che cade metti pure pieno di persone sia paragonabile ad una nazione che si ammala e muore per generazioni. Che delusione leggere tutte queste parole per non cavarci nulla, pure le posizioni anti-voto, certo non c’è nessuna multa quindi continua pure a non votare, il problema è se non passava il quorum? Se poi costruivano una centrale che marciva come a fukushima e tu figlio nasceva tipo senza arti che cosa gli raccontavi? Boh, va beh, hai ragione, noi italiani senza una multa non facciamo nulla, nemmeno salvarci la vita, per fortuna qualcuno si leva dal cazzo e va a viver all’estero, se poi cambi anche la cittadinanza ci dai una mano per il quorum. Ah si, sul quorum concordo, è un abominio, cerebrolesi che non votano non dovrebbero condizionar la vita politica del paese.

  9. Laura B. Laura B.

    iii. Grazie per avermi spiegato una cosa di me: non capivo perché a un certo punto ho smesso di condividere, spronare, lanciare messaggi. Adesso lo capisco meglio.

    iv. Il motivo era esattamente questo. Questo e il fatto che quando ho cercato di informarmi quello che è emerso è il labirinto, la melma legislativa dove cerchi di acchiappare/abolire qualcosa e ti trovi fra le mani tutt’altro.
    Ad oggi non so con certezza contro cosa ho votato, so che l’ho fatto perché non avevo strumenti intellettuali per decidere di non votare, o di votare no.

    v. Non votare è una scelta, significa scegliere di non esistere. Abominio è quando il governo ti consiglia di non esistere.
    Scegliere di non andare a votare è stato, per te, un (legittimo) calcolo razionale di opportunità personale, che ha poco a che vedere con le valutazioni politiche.

    vii. L’identitarismo infastidisce le persone che pensano con la propria testa, ma è il modo di condividere la vita della maggior parte degli esseri umani, che ci piaccia o no.

    viii. I luddisti distruggevano le macchine perché quelle macchine gli rendevano impossibile vivere. Questa metafora mi piace a proposito del nucleare, meno per la procreazione assistita. Per entrambe, comunque, preferisco vedere l’ombra lunga della Chiesa, che ha dimostrato una volta di più come le basti tirare qualche filo e dire le parole giuste a ridosso del voto.

    x. Di positivo c’è che la massa di indecisi, cattolici e altrimenti insultabili si stia spostando dalla parte Buona, dalla parte razionale e sensata, senza per questo diventare razionali e sensati (e comunque 57% non è che sia questo gran risultato); in questo però la Sinistra non ha battuto la destra sul piano comunicativo, proprio per nulla. Ha usato parole spaventose (Acqua! Acqua!) e la fortunata coincidenza di Fukushima. Fino a sabato questo non era un voto politico, né partitico. Le persone di sinistra si sono mosse, non la sinistra politica.
    I commenti post-voto di Bersani e compagnia bella, infatti, si confermano comatosi, fuori dal tempo e privi di appeal politico, come nella migliore tradizione.
    Non ci sono, non ho sentito progetti. Oggi ripiombiamo nello stesso schifo di ieri, con un briciolo di speranza in più.

  10. Eotvos Eotvos

    Ti sei dimenticato

    XI
    Il diritto di voto va meritato, come si merita la patente di guida.

  11. alessandro alessandro

    Mi pare che questo tuo post sia un infinito lamento. Madonna che palle.

  12. awambawamb awambawamb

    Sraule, meno male che ci sei TE, che ci fai il favore di darci subito la soluzione senza spiegarci il ragionamento! e meno male che ci sonoa nche tutti gli altri!

  13. Peppe Peppe

    mi rispecchio molto in tutto quello sù scritto e ti ringrazio per aver avuto il tempo e la pazienza e contribuire alloa smascheramento di quel vuoto cosmico che sono i centrosinistrorsi da social network. brutta razza, la peggiore di tutte. lobotomizzati da slogan e consumatori della pornografia di sè stessi. Si devono sentire parte di qualcosa invece di accendere il cervello. Sono gli italiani che si sentono meglio.

  14. marion marion

    Sul Quorum credo tu abbia completamente ragione, così come hai ragione -in astratto- nella tua argomentazione sulle ideologie e l’ideologismo. Ma se quel “vota sì”, fosse invece un modo per incoraggiare a informarsi, a conoscere i quesiti, a sapere che cosa vuol dire votare sì oppure no? Se fosse un modo per spronare a un’azione (qualunque essa sia) piuttosto che a una non-azione? Allora, chiaramente sarebbe ben differente, anche perché sono convinta che l’elettorato in questo caso non è di destra o sinistra ma semplicemente stufo e magnificamente partecipativo.
    Per quanto riguarda il diritto al non-voto è chiaro che è necessario che esista e che ci si senta liberi di esercitarlo (specialmente con le complicazioni di un elettore all’estero), ma il dramma è un altro: il Costituente ha tenuto a garantire il non voto in quel dato e preciso contesto storico. Il non voto, in quel dato contesto storico però è prerogativa di anarchisti e comunisti (nel senso storico e vero del termine) che non riconoscano lo stato né il suo diritto di esistere. In quel senso, non ha senso votare se non credi che lo stato esista o debba esistere affatto. Oggi, se non si hanno le idee chiare (e nel monopolio dell’informazione italiana è a maggior ragione un dovere individuale informarsi!) o non ci si vuole esprimere, ci si reca al seggio e si vota “scheda bianca”. Disertare il voto OGGI rischia di contribuire a far declinare le istituzioni dello stato di diritto e nella fattispecie del referendum che è fondante per il popolo e la sua stessa sopravvivenza in una politica in declino che prende, nega, cela, fa reticenza. Per questo, a mio avviso, si deve votare sempre: qualunque cosa, purché ci si faccia sentire vivi e parte di un sistema in cui – almeno in astratto- si crede. Questa è la democrazia. E la democrazia purtroppo non è affatto cosa eterna, necessita di nutrimento continuo perché non declini e muti in qualcos’altro.

  15. perché non dovrei ascoltare le mie paure, spiega un po’?

    Perchè se hai paura non pensi. Perchè tu puoi ascoltare le tue mentre gli elettori della Lega non dovrebbero ascoltare le proprie? Anche loro hanno paura: hai voglia a dirgli che il loro bersaglio è fittizio, che è vittima di un pregiudizio. Immigrati = Paura.

    Beninteso: mica vuol dire che le paure non abbiano un senso. Si fa bene, spesso, ad avere paura. Ma uno si dice “uhm, faccio bene ad avere paura o è una mia paranoia?” e si informa, razionalmente. Se rimaniamo allo stadio pre-razionale, allora è finita. Questa era una delle cose che mi premeva.

    Poi siamo d’accordo: meglio che ascolti te che ascolti me. Infatti sono contento, e infatti sono stato zitto fino adesso perchè volevo che finisse come fortunatamente è finita. Ma ora, a bocce ferme, possiamo un attimo pensare, invece di salmodiare.

  16. Marco Marco

    Ciao carissimo, approvo davvero (davvero!) tutto e confesso che sono stato molto tentato di non accettare le due schede “idriche”, che poi ho diligentemente compilato per una motivazione assolutamente puerile (rompere i coglioni il più possibile al radioso governo della libertà).

    Sul pasticciaccio brutto del quorum, mi limito a citare questo: http://cadmus.eui.eu/handle/1814/13664

    Riguardo al nucleare… so che non fa fico non avere una posizione netta e sicura, però io in effetti non ce l’ho. Allo stato attuale delle conoscenze, mi pare indiscutibile che il nucleare sia l’unica tecnologia che possa sostituire sul piano quantitativo le risorse fossili. I punti che metto in evidenza sono (1) “allo stato attuale delle conoscenze”, e (2) “sostituire quantitativamente”. Ecco, i miei dubbi sono tutti lì in quei due punti. Perchè per essere indiscriminatamente a favore del nucleare oggi, devo ipotizzare che (1) non si scoprirà nulla di radicalmente nuovo da qui alla messa in opera di eventuali nuove centrali, e (2) che mantenere il livello attuale (di crescita!) del fabbisogno energetico mondiale sia in effetti una necessità indiscutibile.

    Ultimissima pulce nell’orecchio: una delle millemila cose che rendevano molto complicato formarsi un’opinione sui primi due quesiti è il fatto che acqua e nucleare non sono assolutamente delle forniture (e/o infrastrutture) così scollegate come si potrebbe pensare…

  17. alessandra_m alessandra_m

    mi trovi d’accordo sul quorum e sulla necessità di informare meglio. ma tieni anche conto che questo referendum è stato sabotato e passato sotto silenzio dall’informazione pubblica per parecchio tempo (se ne è parlato in tv e sui giornali praticamente solo dopo le amministrative, cioè a meno di 15 giorni dal voto). c’era tempo per fare una campagna di informazione migliore, più corretta per i meno informati, per i più pigri? secondo me NO.

  18. bau bau

    io ho una sempice domanda…
    Ma perchè quelli che volevano la privatizzazione dell’acqua, il nucleare,il legittimo impedimento non hanno detto perchè? scuasate ma il motto “fidati, astieniti” era alquanto deludente. per l’acqua , da un mese dal voto cercai da qualche parte un qualche sito a favore (googlando “vantaggi della privatizzazione dell’acqua) NINETE!!! cm potevo fidarmi? io ho votato (e volantinato) con i dati in mano per il nucleare, dispiacendomi per la possibilità della fusione ma preferendo non rischiare la fissione. perchè non si è fatta campagna referendaria? perchè chi parlava “di dare fiducia al popolo italiano” mettendogli in mano la tecnologia del nucleare ha puntato sull’astensionismo, su fatto che la nostra pigrzia avrebbe vinto?

  19. Lea Lea

    guarda, io nemmeno ho votato ma per una scelta ben precisa: perché ancora non mi dimentico di come il mondo dell’informazione di sinistra, ma non solo, se ne sia allegramente battuto il belino di martellare “vota-vota-vota” quando è stato il momento del referendum sulla caccia. Silenzio. Zero. Niente. Nessuna pubblicità,nessuna informazione (quand’anche ce ne fosse stato bisogno); solo un quieto invito a dimenticarsi che ci fosse una domenica di voto. E la gente tutta che, pateticamente, come questa volta, ha fatto quel che le veniva detto.

  20. Mah, è solo che tutto questo non esiste. analizzare razionalmente ecc. non esiste e basta. noi esseri umani non siamo fatti per quella cosa lì. ci possiamo provare, forse, chi lo sa, dobbiamo, ma sarà sempre un tendere.
    ed è riduttivo non tenere conto delle altre parti in gioco. riduttivo e inefficace.

  21. No, non dico affatto di non tenere conto delle altre parti in gioco. Mi viene tristezza se si gioca (e si vince) solo di pancia però. Perchè allora che senso ha.

  22. Lol, scusatemi tutti: WordPress non mi manda più le notifiche dei commenti e ho visto solo ora loggandomi sulla dashboard che avevo una ventina di commenti da approvare. Mi scuso con tutti quanti e grazie del feedback.

    Risponderò.

  23. redo redo

    Grazie per quello che hai scritto, anche se la prigrizia e/o mancanza di tempo e/o generale fastidio verso la (autoreferenziale) prolassita’ mi allontanano da una lettura accurata del tuo post (checche’ siamo in un blog, ed uno stile rapido e conciso lo trovo d’obbligo).
    Detto questo, a mio avviso l’unico quesito coscientemente votabile dai piu’ era quello sul legittimo impedimento (legge chiara, quesito abrogativo altrettanto chiaro). Riguardo gli altri quesiti, sfido la stragrande maggior parte dei votanti ad avere competenze sufficienti sul tema di acqua pubblica e tecnologia nucleare. I quesiti sull’acqua pubblica poi mi sembravano assolutamente, vergognosamente DEMAGOGICI.
    Chi ha votato “si’ si’ si’ si'” a mio avviso non si distingue di molto da quell’animale gregario che fa “beh beh beh beh” e che segue costantemente, stupidamente ed ottusamente chi gli sta intorno e non pensa con la propria testa.
    Riguardo al voto politico, votare si’ (o no) a quesiti referendari per sfiduciare un governo lo trovo idiotico. Un governo lo si cambia col voto alle amministrative e mai diversamente. E scusa/te la prolassita’…

Leave a Reply to Federico Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *